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Continua a leggereIl concetto di intersezionalità considera le molteplici identità di una persona, come genere, razza, classe sociale, e come queste interagiscono con sistemi di potere. Questo approccio riconosce che le discriminazioni interconnesse possono avere un impatto cumulativo sulla vita di un individuo.
In Europa, l’intersezionalità è meno diffusa rispetto agli Stati Uniti, ma l’UE sta adottando politiche che incorporano questo principio per promuovere l’uguaglianza.
Tasnim Ali è un’influencer di successo su TikTok che promuove la comprensione delle donne musulmane in Italia, affrontando stereotipi e discriminazioni attraverso i social media.
Il suo libro “VeLo Spiego. Un velo contro i pregiudizi” smonta stereotipi sul velo, l’islamofobia e la discriminazione, promuovendo l’accettazione della diversità.
Il concetto di intersezionalità rappresenta un approccio teorico, metodologico e sociale che considera l’interconnessione di vari aspetti che costituiscono le diverse identità di una persona. Questi aspetti includono fattori come il colore della pelle, l’identità di genere, la disabilità, la classe sociale, l’appartenenza religiosa, l’origine etnica, la provenienza territoriale e la condizione socioeconomica. Questi elementi interagiscono con sistemi di potere come la globalizzazione, il capitalismo e il neocolonialismo, influenzando l’accesso alle risorse, ai diritti fondamentali, all’autodeterminazione e alle opportunità.
“Se non adottiamo l’intersezionalità, alcune di noi… sono destinate a cadere nelle crepe”
– Kimberlé Crenshaw
L’intersezionalità evidenzia come queste diverse forme di oppressione abbiano un impatto cumulativo e sinergico sull’esperienza di vita di ciascun individuo. Questo approccio riconosce che ogni persona è caratterizzata da molteplici categorie identitarie e può sperimentare oppressione o privilegi per diverse ragioni.
Un esempio citato è quello delle discriminazioni: la situazione di una donna nera è diversa da quella di una donna bianca a causa di insiemi complessi di diseguaglianze, discriminazioni ed esclusioni che mettono alla prova la persona su più fronti. Tuttavia, le leggi, i servizi sociali e i sistemi di tutela spesso faticano a comprendere appieno queste esperienze discriminatorie complesse quando sono influenzate dall’intersezionalità, rendendo le disparità invisibili e non affrontate adeguatamente.
Sebbene negli Stati Uniti l’intersezionalità sia già ampiamente dibattuta, in Europa c’è ancora resistenza nell’adozione del termine. Questo potrebbe essere dovuto a una visione monoculare che si concentra su singoli aspetti delle discriminazioni, anziché sulla loro complessità all’interno del contesto sociale.
Nonostante ciò, l’Unione Europea ha recentemente introdotto direttive antidiscriminazione e diffuso documenti in merito, aumentando la consapevolezza riguardo alla complessità individuale.
È importante diffondere chiaramente il significato dell’intersezionalità per promuovere il suo utilizzo comune. Questo concetto è spesso usato nelle teorie critiche per dimostrare come forme di oppressione quali razzismo, sessismo, omofobia, transfobia, abilismo, xenofobia e classismo siano interconnesse e non separabili.
Le discriminazioni intersezionali si verificano quando una persona subisce discriminazioni basate sull’incrocio di vari fattori come genere, religione, orientamento sessuale, età, origine etnica e altro. Questi elementi si intersecano, creando un tipo unico e inedito di discriminazione che può essere diverso da altre forme di disparità. Ad esempio, una donna musulmana che indossa l’hijab può subire discriminazione basata su genere e religione, in modo diverso da una donna bianca sottoposta a sessismo o da un uomo musulmano vittima di islamofobia.
Bisogna anche distinguere le diverse forme di discriminazione:
L’approccio dell’UE si sta evolvendo verso un approccio intersezionale, riconoscendo le intricate interconnessioni tra diverse forme di discriminazione.
L’UE ha adottato strategie come quella per i diritti delle persone LGBTIQ+ e per la parità di genere che incorporano l’intersezionalità come principio guida. Queste strategie promuovono l’uguaglianza di genere indipendentemente da origine etnica, orientamento sessuale, disabilità e altre caratteristiche.
L’UE sostiene l’inclusione sociale e l’uguaglianza attraverso politiche legate all’istruzione, all’occupazione e all’integrazione dei migranti e delle minoranze.
La Strategia per l’uguaglianza di genere 2020-2025, ad esempio, considera come il genere si intersechi con altre forme di discriminazione. La Strategia dell’UE per i diritti delle persone disabili 2021-2030 affronta le barriere multiple che le persone con disabilità possono incontrare.
Inoltre, l’UE ha istituito organi e agenzie, come l’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA) e l’Istituto Europeo per l’uguaglianza di genere (EIGE), per monitorare e analizzare la discriminazione, inclusa l’intersezionalità.
Questo approccio non solo mira a rimuovere barriere e disuguaglianze, ma anche a promuovere una società più inclusiva e giusta in cui ogni individuo può godere dei propri diritti e delle proprie opportunità, indipendentemente dalla combinazione unica di identità e fattori che li caratterizza.
Tasnim Ali è nata ad Arezzo nel 1999, ma ha vissuto gran parte della sua vita a Roma. È riconosciuta come un’influencer di successo su TikTok, nota per indossare il velo. Nonostante alcune difficoltà, è riuscita a diplomarsi grazie all’impegno dei suoi genitori, che volevano che completasse gli studi. Durante la sua formazione in Italia, ha avuto la possibilità di sostenere esami paralleli in arabo organizzati dall’Ambasciata egiziana.
Attualmente, studia Scienze Politiche e Relazioni Internazionali all’Università di Roma, poiché da giovane ha sempre desiderato diventare una giornalista per dare voce alle donne musulmane e affrontare le discriminazioni che affrontano. La sua presenza sui social media si allinea con questo obiettivo, poiché crea sketch ironici su TikTok per evidenziare i pregiudizi religiosi.
Tasnim utilizza anche Instagram per condividere foto e informazioni sulle sue origini musulmane, educando e sensibilizzando i suoi seguaci riguardo alle sfide affrontate dal popolo musulmano. Nonostante l’aumento della popolarità, ha dovuto fronteggiare commenti negativi, ma ha replicato con risposte educative e video.
Il suo coinvolgimento su TikTok è nato casualmente grazie a sua sorella, e nel tempo il social è diventato uno strumento per condividere la sua esperienza come musulmana in Italia. Ha risposto alle domande dei suoi follower tramite video e ha raccolto tutte queste interazioni in un libro.
Il libro affronta le domande comuni e i pregiudizi che Tasnim ha affrontato, smontando stereotipi e promuovendo la comprensione e la tolleranza. Tratta argomenti come il velo, l’amore, la famiglia e il cibo, cercando di diffondere un messaggio di accettazione e rispetto per la diversità.
Tasnim affronta anche il tema dell’islamofobia, sottolineando come le donne musulmane siano spesso colpite in modo particolare. L’islamofobia colpisce le donne che seguono questa religione in modo più accentuato rispetto agli uomini. Nel contesto italiano ed europeo, subiscono discriminazioni nel mercato del lavoro e sono esposte a violenza fisica e verbale. Tasnim evidenzia come il suo obiettivo sia sfatare i miti e promuovere una visione più aperta e comprensiva.
Anche la sua famiglia ha affrontato sfide di integrazione dopo essere arrivata in Italia, ma secondo Tasnim, queste difficoltà derivano più dalle differenze culturali che religiose. Tasnim è orgogliosa delle sue origini e della sua identità italiana, sottolineando che l’immigrazione è una forma di libertà che tutti dovrebbero poter esercitare.
La questione del lavoro e degli stereotipi sugli immigrati è un altro argomento toccato da Tasnim. Lei respinge l’idea che suo padre abbia “rubato” lavoro agli italiani o abbia svolto lavori indesiderati. Considera tali percezioni come stereotipi che nascondono una sorta di compiacimento nell’osservare gli immigrati svolgere lavori considerati meno degni.
Tasnim parla anche della sua esperienza riguardo al velo. Inizialmente, associava il velo a sua madre e voleva indossarlo sin da giovane, anche se tradizionalmente si inizia intorno ai quindici anni. Tuttavia, la sua famiglia le ha permesso di fare questa scelta in modo personale e autonomo, senza costringerla. Per lei, il velo non è solo un segno religioso ma anche un simbolo femminista. Ritiene che sia importante che le donne possano scegliere liberamente di indossarlo o meno, sottolineando che anche gli uomini hanno obblighi religiosi ma spesso meno visibili del velo.
Infine, Tasnim risponde alle domande che spesso le vengono poste riguardo a chi può vederla senza velo. Sottolinea chi può effettivamente vederla senza il velo, come le donne, sua madre, suo padre, suo marito, ma spiega che ci sono situazioni specifiche in cui il velo può essere tolto, ad esempio per ragioni mediche. Nel complesso, attraverso il suo libro, Tasnim condivide le sue esperienze personali, sfata gli stereotipi e promuove la comprensione e il rispetto per la diversità e le scelte individuali.
Sono Chiara Cadorin e vengo da un piccolo paesino in provincia di Treviso. Mi sono laureata a luglio 2023 in Comunicazione e digital media, ma prima di intraprendere il percorso universitario ho frequentato il liceo scientifico presso l’Istituto Cavanis.
Mi reputo una persona estroversa e attiva con la voglia di mettersi in gioco e fare sempre delle nuove scoperte che mi possano essere utili sia personalmente che in ambito lavorativo. Mi piace stare a contatto con le persone, poter intraprendere nuove relazioni e magari mettermi a servizio come volontaria in alcune occasioni. Oltre al fatto che tra le mie passioni più grandi ci sono la danza classica e poter viaggiare così da poter conoscere nuovi luoghi, persone e culture.
Nel periodo estivo lavoro come educatrice nei centri estivi del mio comune, Cavaso del Tomba e ho potuto svolgere il tirocinio presso l’agenzia di comunicazione Right Brain in supporto al social media manager. Invece ho fatto lo stage scolastico in Agenzia Immobiliare Castello a Castelfranco Veneto.
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