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Continua a leggereIl brand journalism, introdotto da Larry Light di McDonald’s nel 2003, unisce giornalismo e branding per raccontare la storia di un marchio attraverso gli occhi del pubblico, focalizzandosi su valori e autenticità anziché sul prodotto finale. In risposta alle trasformazioni digitali, questa pratica consente alle aziende di comunicare direttamente con il pubblico, promuovendo un’interazione razionale ed emotiva. Le caratteristiche chiave includono autenticità, qualità editoriale, oggettività e coinvolgimento di giornalisti professionisti. “Innesti“, un magazine vitivinicolo trimestrale del Gruppo Caviro, esemplifica il brand journalism, narrando storie di sostenibilità e economia circolare attraverso una strategia di comunicazione coinvolgente e flessibile. La coesione narrativa e l’attenzione alla sostenibilità contribuiscono a costruire un legame duraturo con il pubblico.
Nel vasto panorama del marketing moderno, emerge una pratica innovativa chiamata brand journalism
Il brand journalism è un concetto che fonde l’essenza del giornalismo con l’obiettivo di promuovere un marchio.
Questo approccio rivoluzionario, introdotto per la prima volta nel 2003 da Larry Light, all’epoca Chief Marketing Officer di McDonald’s, ha ridefinito il modo in cui le aziende comunicano con il loro pubblico.
L’origine del brand journalism è legata a un periodo critico nella storia di McDonald’s, un marchio che aveva bisogno disperatamente di un nuovo inizio. Larry Light, pioniere di questa pratica, ha utilizzato le tecniche giornalistiche per raccontare la storia del brand attraverso gli occhi del pubblico.
È stato Light a coniare il termine “brand journalism”, descrivendolo come “la cronaca degli eventi che accadono nel mondo di un brand, attraverso i giorni e gli anni”.
Questo approccio, basato sulla diversità e sulla complessità del marchio, ha offerto una nuova prospettiva, un modo di pensare che considera il marchio non solo come una parola, ma come un concetto multifaceted che può essere definito in modi differenti, a seconda delle regioni, delle persone e delle situazioni.
Il cuore del brand journalism risiede nella sua capacità di produrre un messaggio variegato e diversificato, capace di raggiungere ogni segmento del pubblico di riferimento.
Sebbene il brand journalism sia una sottocategoria del content marketing, si distingue per il suo focus sulla storia del brand e sui suoi valori, anziché sul prodotto finale. Questa pratica non si limita a una semplice “call to action”, ma presenta contenuti che non sono direttamente collegati al marchio.
Inoltre, spesso i corporate media associati a questa pratica hanno una loro identità visiva e un nome indipendenti, che li separano dall’azienda produttrice.
Nel contesto del marketing moderno, il brand journalism emerge come una risposta alle trasformazioni digitali che hanno rivoluzionato il modo in cui le aziende comunicano con il loro
pubblico. Questo fenomeno ha radici che risalgono alla fine del secolo scorso, ma ha guadagnato slancio con l’avvento di Internet e dei mezzi di comunicazione digitali, che hanno permesso alle aziende di interagire direttamente con il loro pubblico senza l’intermediazione dei tradizionali canali mediatici.
La disintermediazione, ossia la capacità delle aziende di comunicare direttamente con il loro pubblico attraverso Internet e i social network, ha giocato un ruolo cruciale nello sviluppo del giornalismo d’impresa. Questo fenomeno è stato anticipato da Paul Hawken nel 1983, quando prevedeva che le nuove tecnologie avrebbero eliminato la necessità dei tradizionali intermediari, come le banche nel settore bancario.
Inoltre, la crisi del mercato giornalistico ha spinto i professionisti del settore a cercare nuove opportunità di impiego. L’evoluzione del giornalismo tradizionale ha portato all’emergere del brand journalism come una forma innovativa di comunicazione aziendale, in cui l’obiettivo principale è raccontare la storia del marchio in modo autentico e coinvolgente.
L’autenticità è il cuore pulsante del brand journalism. Questa autenticità, ereditata dal giornalismo tradizionale, si basa sulla trasparenza. Gli articoli di brand journalism devono essere veritieri, oggettivi e affidabili agli occhi del lettore. Il brand journalist, come un giornalista tradizionale, deve rispettare l’etica e la deontologia professionale, garantendo un rapporto di fiducia con il pubblico.
La qualità editoriale, definita come la capacità di attirare e mantenere l’interesse del pubblico, è fondamentale nel brand journalism. Questa qualità si traduce nell’uso di tecniche giornalistiche rigorose, nell’accurata selezione delle fonti e nel fact-checking. Inoltre, l’obiettività nel trattare i temi è essenziale per mantenere la credibilità del prodotto.
La complessità del brand journalism richiede l’impiego di figure professionali del settore giornalistico. La creazione di un corporate media, come un brand magazine, implica una serie di fasi preliminari, comprese la scelta del tipo di media, la definizione del business plan e la strutturazione tecnica. Solo giornalisti esperti possono garantire la qualità e l’autenticità richieste in questo contesto.
Il brand journalism non solo a promuovere il marchio, ma anche a creare un ecosistema competitivo con altri media e influencer. Questo approccio mira a fornire ai clienti un’interazione sia razionale che emotiva, contribuendo così ad aumentare i profitti sul mercato. Gli obiettivi del brand journalism vanno oltre il mero aumento delle vendite, puntando a conferire all’azienda un ruolo di rilievo nel panorama mediatico.
“Innesti” è un magazine online pubblicato trimestralmente, disponibile in italiano e inglese. Il magazine ruota attorno a temi chiave che rappresentano i valori di sostenibilità ed economia
circolare del Gruppo Caviro.
I quattro temi principali sono:
Il processo di creazione di “Innesti” coinvolge un team interno di comunicazione e una redazione editoriale, insieme a diversi scrittori, fotografi e illustratori. Ogni numero ha una parola chiave che funge da tema generale, e il team seleziona contributori pertinenti per ogni tema. Gli articoli vengono scritti da diverse persone, ma mantengono uno stesso tono di voce coerente con il messaggio del magazine. Una volta scritti, vengono revisionati e inviati al team tecnico/creativo per la creazione di grafiche originali. Il numero finale viene pubblicato sul sito di “Innesti” e promosso attraverso newsletter e social media.
In conclusione, “Innesti” dimostra come un approccio strategico alla produzione e alla promozione dei contenuti, unito a una narrazione coesa e autentica, possa creare un’esperienza di brand journalism riuscita. La capacità di adattarsi a nuovi formati e di mantenere un focus sulla sostenibilità consente al Gruppo Caviro di condividere storie significative e di costruire un legame duraturo con il pubblico.
Mi chiamo Jessica Gonelli e sono una ragazza socievole e solare. Amo stare in mezzo alla persone e condividere esperienze. Ho fatto la cameriera per tre anni e sicuramente l’esperienza mi ha aiutato a sviluppare ancora di più questo lato del mio carattere, che mi porta a cercare l’interazione, positiva, con le altre persone.
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